Magazine del Network KPMG in Italia
Novembre 2021

L’Employee Experience al centro del Business

Fabio Marchionni racconta la sua esperienza nel global per elaborare la nuova 'Employee Value Proposition'

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Il momento storico che stiamo vivendo, dall’inizio del 2020, sta avendo effetti estremamente rilevanti, su scala globale, su tutti gli aspetti della vita sociale e professionale, spesso direttamente collegati tra loro. Gran parte della forza lavoro è uscita o sta uscendo dai momenti più difficili della pandemia con un rinnovato interesse per i valori che contraddistinguono la cultura delle aziende e il loro purpose e sono sempre di più alla ricerca di un ambiente lavorativo più incline e coerente con le loro aspettative.

KPMG International ha quindi deciso di avviare una ricerca interna ed esterna per analizzare questi fattori e delineare una risposta di impatto globale. KPMG Italia partecipa direttamente a questa iniziativa con il lavoro di Fabio Marchionni, HR Manager, cui è stato affidato il ruolo di Program Lead.

Per conoscere meglio questo importante progetto, Fabio Vittori, Partner e Head of Human Resources del Network KPMG in Italia, ne ha parlato con Fabio Marchionni, manager dell’area HR che negli ultimi mesi ha lavorato intensamente con il Global per sviluppare la nuova proposta KPMG per attrarre e trattenere talenti.

Fabio, hai dedicato gli ultimi sette mesi a raccogliere ed analizzare gli stimoli che caratterizzano il mondo KPMG, qual è lo scenario attuale?
Per alcuni anni abbiamo pensato che l’arrivo della Generazione Z (i nati dal 1996 in poi) avrebbe sovvertito le regole del mondo del lavoro, mentre il vero cambiamento sta nascendo dalle generazioni attualmente impiegate nel contesto lavorativo. Ovunque si stanno manifestando fenomeni simili: un maggiore interesse per il contenuto dell’attività svolta, un’attenzione al futuro e alle competenze che serviranno per affrontare l’evoluzione in corso, il desiderio di mantenere la flessibilità indotta dalla pandemia. Una fotografia di questo momento potrebbe quindi essere questa: mai come ora stiamo assistendo all’emersione di una forza lavoro sempre più focalizzata sulle proprie passioni e i propri desideri, pronta quindi a dare il meglio in un contesto in cui si sente valorizzata appieno.
Concordo sulla descrizione del contesto che rappresenti. In Italia stiamo sperimentando le stesse spinte e vediamo emergere un’attenzione sempre maggiore alla tematica del purpose. Però questo sta portando anche effetti negativi per il nostro Network, con un aumento del turnover anche a poca distanza dall’inserimento.

È vero, il fenomeno che è stato ormai codificato come ‘Great resignation’ si sta verificando ovunque nel mondo. Tutte le member firm di KPMG e tutti i nostri competitor ci stanno attualmente facendo i conti. Ciò non toglie che si tratti di un’opportunità per tutti, per attrarre persone in linea con le nostre specificità e per delineare un percorso di carriera più personalizzato sulle nostre risorse. È con questi obiettivi che KPMG ha deciso di disegnare per la prima volta la propria ‘Employee Value Proposition’ (EVP). Si tratta dello strumento attraverso cui una società definisce il contenuto dell’offerta che rivolge alle proprie persone (attuali e future), e serve da riferimento continuo per costruire ogni nuovo programma ad esse rivolto. Negli ultimi mesi ho lavorato con la funzione Global People proprio per trasformare gli spunti raccolti, emersi dall’ascolto di quanto ci dicono le nostre persone nelle 150+ nazioni che appartengono all’universo KPMG, in un programma concreto e potente che possa abbracciare le esigenze delle diverse anime del nostro Network globale. Ma non ci siamo limitati alle nostre persone, abbiamo anche analizzato cosa ci dicono i professionisti con cui veniamo in contatto in fase di selezione, abbiamo studiato i principali report pubblicati negli ultimi mesi per conoscere i trend che trascendono il settore della consulenza, abbiamo studiato i nostri competitor e abbiamo preso a riferimento i migliori nei rispettivi campi (spaziando quindi dalle altre Big 4 fino a Google), e abbiamo infine intervistato direttamente la nostra Leadership, concentrandoci sui membri del Global Board e del Global Management Team.

Sembra uno sforzo molto eterogeneo, di cui a primo acchito si fa fatica ad immaginare una sintesi che possa soddisfare le esigenze di tutte le varie nazioni di KPMG.

Il nostro obiettivo è stato fin da subito individuare un prodotto che potesse essere allo stesso tempo globalmente armonico e localmente flessibile, per dare modo alle diverse member firm di rispondere alle differenze culturali e di mercato del lavoro che le contraddistinguono. Abbiamo quindi costruito un framework che valga ugualmente per ciascuna delle 227.000 persone di KPMG, strutturato per essere localizzato in ogni nazione con un processo che porterà alla definizione di come interpretarlo rispetto alle proprie specificità. Le fondamenta su cui abbiamo posato il framework sono i nostri Valori (recentemente aggiornati lo scorso anno) e il nostro Purpose (Inspire confidence, empower change): due elementi che accompagnano KPMG da molti anni e che rimarranno scolpiti come linee guida per il raggiungimento delle varie strategie che si susseguiranno, come l’attuale Collective Strategy, la strategia ESG e il posizionamento di Brand, che a breve vedrà una nuova veste sia grafica sia contenutistica, a cui l’EVP è fortemente collegato.

Riconosco nelle tue parole lo sforzo che KPMG International e il Presidente Bill Thomas in prima persona portano avanti da alcuni anni, per dotare le member firm degli strumenti che possono massimizzare il potenziale derivante dall’appartenenza a un Network globale. Negli ultimi anni in Italia abbiamo lavorato in particolare sul tema dei Valori e, più recentemente a livello HR, su #Together, l’insieme di iniziative che richiamano proprio uno dei Valori e che hanno accompagnato le nostre persone in questo periodo, ma anche sui temi dell’Inclusion, Diversity & Equity, sul feedback e sui percorsi di carriera. Come si rifletterà tutto questo nell’EVP globale, e come si collegherà con quello che attualmente abbiamo sviluppato in Italia?
L’EVP viene riassunto in cinque pilastri, nati a loro volta sulla base di sedici temi focali che sono emersi nel lavoro di analisi che ho descritto prima: si spazia dalla qualità del lavoro svolto all’impatto sul cliente, dalla diversity all’innovazione, dalla collaborazione al well-being, dal learning alla tecnologia, dalla progressione di carriera al reward. La richiesta che verrà fatta alle member firm sarà di allineare il proprio EVP a quello globale, per garantire che ci sia coerenza nell’employee experience che viene offerta da KPMG come datore di lavoro in ognuna delle sue realtà. Nei prossimi mesi dovremo lavorare proprio su questa armonizzazione, andando a perfezionare il nostro EVP coinvolgendo direttamente la Leadership e tutta la partnership nella sua approvazione e messa in pratica. Quello che tutti i nostri colleghi si devono aspettare non è una nuova pagina della intranet con una presentazione che rimarrà solo su carta, ma un sempre maggiore allineamento dei nostri programmi e delle nostre iniziative rispetto all’offerta che come KPMG Italia vogliamo garantire sia quanto più competitiva ed attrattiva possibile.
Ti ringrazio Fabio per averci anticipato questo importante progetto, che è stato approvato a livello globale lo scorso ottobre. Come KPMG Italia ci impegneremo nel progetto EVP con l’obiettivo di migliorare la nostra employee experience, beneficiando anche della visuale globale che hai acquisito in questo contesto internazionale.
Grazie a te per l’opportunità che mi è stata concessa di lavorare con KPMG International. Sarà un percorso molto stimolante e allineato con le best practice più attuali che le aziende stanno attivando in questo periodo. Dedicheremo il FY22 alla localizzazione del nostro EVP, e potremo anche valorizzare con i nostri clienti questo percorso che ci vede tra i più innovativi nel panorama HR.